Le sei colonne portanti di Concrete

Un’intervista al comitato direttivo

Sei dirigenti di sei aziende sparse per il territorio dell’Alto Adige si incontrano mensilmente per discutere del futuro del settore del calcestruzzo. E nel farlo rappresentano altre 36 aziende associate. Concrete, l’Associazione Calcestruzzo Alto Adige, può contare su sei colonne portanti: ma chi sono i membri del comitato direttivo? Durante un’intervista si sono presentati, ci hanno raccontato chi rappresentano e quali obiettivi perseguono.

Presentiamoci!

Salve, sono Werner Kusstatscher, rappresento Beton Eisack S.r.l.. Siamo produttori di calcestruzzo preconfezionato con quattro sedi concentrate nel cuore dell’Alto Adige: a Vipiteno, a Varna, a Chiusa e a Bolzano.

Sono Christian Grünfelder, rappresento Beton Lana S.r.l. con i suoi tre stabilimenti di calcestruzzo a Merano, a Bolzano e a Bressanone.

Mi chiamo Piero Bernabè e rappresento PROGRESS S.p.A. L’azienda ha sede a Bressanone. A differenza degli altri colleghi del comitato direttivo, che si occupano principalmente del calcestruzzo gettato in opera e delle forniture del calcestruzzo, io sono il portavoce dei produttori di prefabbricati in calcestruzzo.

Sono Valentin Wallnöfer, lavoro per Ortler Beton S.r.l.. La nostra azienda ha sede a Prato allo Stelvio. Inoltre abbiamo una filiale a San Valentino alla Muta. Rapportata alle altre aziende altoatesine siamo una realtà piuttosto piccola.

Mi chiamo Robert Kargruber, rappresento l’impresa di costruzioni Kargruber-Stoll S.r.l. che ha sede a Monguelfo-Tesido. La nostra impresa edile realizza edifici residenziali, commerciali, strutture alberghiere e progetti di edilizia pubblica nel rispetto dei più elevati standard di qualità e delle più moderne tecniche di costruzione.

Salve, sono Oswald Holzner, insieme a Claudio Bertagnolli sono il titolare di Holzner & Bertagnolli Engineering S.r.l. con sede a Lana e con due ulteriori uffici a Milano e a Monaco di Baviera. Il nostro studio di ingegneria è specializzato nella progettazione strutturale e geotecnica.

Qual è il vostro ruolo all’interno di Concrete?

K.: Da quando è stata fondata Concrete svolgo il ruolo di presidente. I primi tre anni sono stati importanti per iniziare a conoscerci e per fare gruppo: ad oggi contiamo 36 aziende associate. Fin dall’inizio ho cercato di coinvolgere, oltre i produttori di calcestruzzo, anche tutte le imprese del settore, ingegneri edili e civili, architetti e altre aziende di nicchia che producono, ad esempio, mobili in calcestruzzo. Lo scopo è quello di riunire tutta la filiera.

G.: Faccio parte del consiglio amministrativo di Concrete in qualità di vicepresidente. Mi occupo di marketing: l’obiettivo è quello di migliorare in un breve lasso di tempo l’immagine del calcestruzzo. Negli ultimi due anni siamo riusciti a far parlare di noi e a smuovere sia la Provincia di Bolzano che alcune associazione di architetti e di ingegneri. Sviluppando una nuova immagine potremmo finalmente passare da un’edilizia grigia, che prevede lunghe giornate passate in cantiere, ad una realtà innovativa e sostenibile in linea con ciò che siamo veramente. In questo modo riusciremo a risvegliare l’interesse dei giovani e a far fronte alla mancanza di personale.

W.: Sono il responsabile della formazione. Il nostro obiettivo è quello di avviare regolarmente corsi di formazione, ad esempio in collaborazione con il centro di competenza specializzato nell’edilizia alpina IBI, con il Comitato Paritetico Edile, con la Scuola professionale provinciale di Silandro e quella di Brunico, coprendo così tutto il territorio altoatesino. Sono dell’idea che si possa svolgere con piacere il proprio lavoro solo nel momento in cui si è consapevoli di ciò che si sta realizzando e di come lo si sta facendo. Proprio per questo è essenziale continuare ad ampliare le proprie conoscenze.

K.: Il mio contributo è quello di mettere a disposizione la mia esperienza accumulata negli anni nel settore delle costruzioni, in particolar modo quelle in calcestruzzo. Si tratta di un materiale da costruzione eccellente: è locale, sostenibile e permette di realizzare opere straordinarie anche dal punto di vista estetico, come dimostra il Messner Mountain Museum realizzato dalla nostra azienda sul Plan de Corones. In questo senso rappresento le aziende di costruzione facendomi portavoce dell’edilizia altoatesina e dei suoi interessi.

H.: Il mio compito all’interno del comitato direttivo di Concrete è quello di rappresentare gli interessi degli ingegneri statici, edili e civili. In tal modo miriamo a consolidare la cooperazione tra gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri, all’Ordine degli Architetti e tutti gli attori coinvolti nella filiera.

Quali sono gli obiettivi di Concrete?

 

K.: Un primo obiettivo è stato quello di creare una rete a livello locale. Abbiamo voluto coinvolgere le associazioni di ingegneri, di architetti, il Collegio dei Costruttori Edili, la lvh.apa Confartigianato Imprese e la parte pubblica, ovvero gli uffici di ingegneria edile e civile, e l’Ufficio Geologia e prove materiali di Cardano. In questo modo non è la singola impresa a far valere i propri interessi di fronte agli enti pubblici, ma è un’associazione di settore che parla a nome dell’intera filiera in modo trasparente. Quello che abbiamo fatto è stato creare un gruppo di pressione.
Il nostro secondo obiettivo è quello di istituire un ponte tra il mondo tedesco e il mondo italiano, soprattutto dal punto di vista tecnico. Esistono molte differenze tra le normative italiane e quelle tedesche e, grazie al confronto con i nostri colleghi d’oltralpe, possiamo ovviare a delle ricorrenti problematiche tecniche. Abbiamo ottimi contatti con l’associazione tedesca e con quella svizzera e con ATECAP, ovvero l’Associazione Tecnico Economica del Calcestruzzo Preconfezionato. Insieme cerchiamo anche di trovare una linea comune di marketing.

W.: Fondamentalmente il nostro obiettivo è quello di utilizzare materiali da costruzione che diano alte prestazioni e macchinari ad alta tecnologia. E nel farlo non può venire meno la sicurezza. È essenziale garantire la sicurezza degli operatori nella manovra dei macchinari e nell’applicazione del prodotto.

 

Quali sono le caratteristiche che rendono il calcestruzzo un materiale così speciale?

K.: In primis l’aspetto della sostenibilità ambientale. Il 90% del volume del calcestruzzo è composto da inerti locali e da acqua, ovvero da prodotti locali e naturali che attestano un’ottima durata. Se si produce un calcestruzzo di qualità, questo materiale dura a lungo, come dimostrano le opere degli antichi romani. Inoltre il calcestruzzo è anche riciclabile.
Il secondo punto di forza del calcestruzzo è l’estetica. Sono state fatte delle opere bellissime in calcestruzzo, come ad esempio l’Ufficio Turismo di Bressanone. Il calcestruzzo è un prodotto eclettico, non è solo e sempre grigio. Esistono svariate possibilità di lavorazione, che vanno dal lavaggio alla sabbiatura e alla lisciatura.

Quali sono le problematiche alle quali dovete far fronte?

 

K.: Spesso quando entra in vigore una nuova normativa europea dobbiamo capire come riuscire ad applicarla. Ad esempio il decreto sui Criteri Ambientali Minimi prevede che per la produzione di calcestruzzo venga utilizzata una determinata percentuale di materiale riciclato. Noi di Concrete siamo in contatto con il laboratorio di Cardano e con l’Agenzia CasaClima per sviluppare un sistema di produzione e una relativa certificazione ad hoc nel rispetto di questa nuova direttiva. Inoltre vogliamo che i controlli vengano regolati. Ogni paese, infatti, prevede dei controlli diversi. Germania, Austria e Italia attestano normative contraddittorie, ad esempio per quanto riguarda il disgelo. Lì dove la legislazione italiana presenta delle lacune andiamo ad applicare la norma dei paesi limitrofi dal nostro punto di vista più consona.
Inoltre dovremo lavorare al prezzario migliorando le voci del capitolato.


Quale sarà secondo voi il futuro del calcestruzzo?

G.: Le varie iniziative che ruotano attorno al settore del calcestruzzo, come Master of Machine e Concrete stessa, hanno smosso la situazione. È aumentato il numero di giovani che vogliono lavorare nell’edilizia. Sono convinto che nei prossimi cinque anni noteremo grandi cambiamenti: abbiamo avviato numerosi progetti legati alla formazione, al marketing e alla sostenibilità, che daranno senza dubbio i loro frutti, soprattutto in termini di miglioramento dell’immagine.

 

Quali sono gli aspetti della costruzione con calcestruzzo sui quali bisogna ancora lavorare in Alto Adige?

B.: Ci sono sempre margini di miglioramento, ma proprio con questi progetti innovativi stiamo cercando di portare la prefabbricazione sempre più avanti. In un periodo in cui è sempre più difficile trovare personale che lavori nei cantieri edili, in cui i tempi di costruzione sono sempre più stretti e le costruzioni sono sempre più impegnative dal punto di vista tecnico, la prefabbricazione e le costruzioni in calcestruzzo in generale sono una soluzione efficiente e sostenibile. Questa è la nostra sfida.


Quali progetti state seguendo al momento? 


B.: Potrei citare diversi progetti, il più importante per la mia azienda è quello che stiamo seguendo internamente a
PROGRESS. Al momento stiamo realizzando il nuovo stabilimento per PROGRESS macchinari. Il progetto prevede sia un edificio industriale che un’annessa palazzina uffici. Si tratta di prefabbricati particolari, assolutamente innovativi, sia dal punto di vista delle dimensioni strutturali, ovvero grandi luci, grandi altezze, grandi carichi, sia dal punto di vista estetico. Parliamo di prefabbricati che vengono realizzati con aggregati della cava di marmo di Lasa, quindi con il resto della produzione del marmo realizziamo calcestruzzo bianco che poi levighiamo per ottenere una facciata finita.

Quali opere in calcestruzzo sono un esempio di equilibrio tra estetica e sostenibilità?

K.: Il Centro di Sperimentazione Laimburg, la sede di Markas con i pilastri in calcestruzzo, la Scuola di musica “Antonio Vivaldi” a Bressanone in calcestruzzo a faccia vista, Fortezza, la sede a Chiusa di Beton Eisack, il quartiere CasaNova a Bolzano, la Chiesa Santa Teresa.

W.: Tantissime cantine vinicole come Manincor Caldaro e la Cantina Nals Margreid sono esempi di opere in calcestruzzo dallo spiccato senso estetico. Ci sono infiniti progetti interessanti.

W.: La villa bianca a Lasa è senza dubbio uno dei nostri progetti più prestigiosi, è un edificio residenziale completamente in calcestruzzo e marmo. La difficoltà del calcestruzzo con l’aggiunta di marmo macinato è che i macchinari devono essere sempre puliti. Gli operatori, per ottenere questo tipo di prodotto dall’alto contenuto chimico, devono mantenere minima la percentuale di acqua. Inoltre è necessario lavorare in modo preciso, perché ogni eventuale difetto salta subito all’occhio e non è possibile rimediare applicando dell’intonaco.

K.: A questo proposito vogliamo creare una banca dati, che non presenti solo l’architetto, ma anche il costruttore. Solitamente il premio di architettura viene conferito all’architetto e al committente, ma mai all’impresa e ai produttori di calcestruzzo che spesso si assumono più rischi e investono più energia nel progetto.

 

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